Recensioni Il mio nome è Bohumil

Il Teatro Arsenale di Milano sta proponendo una rassegna di grande impegno e attualità, Lo straniero dentro di noi, che ha portato in scena il 24 e 25 ottobre scorsi un magnifico Jacob Olesen, autore assieme a Giovanna Mori e Francesco di Branco di un testo delizioso: Il mio nome è Bohumil. Interprete del monologo è lo stesso Olesen, assolutamente affascinante nel rendere una quantità di personaggi solo con la postura del corpo, poche espressioni differenti, voci appena accennate ma talmente 'nella parte' che a nessuno nel numeroso pubblico è mai venuto il benché minimo dubbio su chi fosse il protagonista del momento, nonostante i numerosi cambi di personaggi, che dialogavano tra loro di continuo senza alcun cambio d'abito.

L'attore danese, con un perfetto italiano, ci ha dato dimostrazione del suo cecoslovacco e di un tedesco che appartenevano ad alcuni dei personaggi, nel racconto della vita di Bohumil, un uomo di bassa statura che tenta per anni di farsi valere facendo la gavetta in un grande albergo di Praga, l'Hotel Paris. Siamo negli anni '30 e la Storia si srotola attorno ai personaggi col dramma del nazismo. Il pubblico, magicamente, vive intensamente questa realtà virtuale tutta immaginata ma evocata con tale forza e bravura da strappare applausi a scena aperta e sorrisi alla fine di una lunga performance, capace di mettere Jacob Olesen allo stesso piano di altri abilissimi monologhisti, come il grande Marco Paolini e la più giovane Arianna Scognamiglio.

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